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INTRODUZIONE A
U.G. - VERSO L'OLTREUOMO


Questo libro è, in buona sostanza, una sorta di compendio dell'intero percorso di vita di U.G. (1918 - 2007), mediante un meticoloso vaglio di tutte le conversazioni dell’Autore rese pubbliche (tramite libri o audiovisivi), come pure di alcune conversazioni finora mai pubblicate, selezionando i passi ritenuti più pregnanti nel descrivere il processo fisiologico accorso all'Autore. Indubbiamente, U.G. scuote le coscienze intorpidite o compiaciute, ma a noi, in questo volume, preme anzitutto mettere a disposizione una raccolta che, più di ogni altra, possa offrire un resoconto autobiografico. A mano a mano che si procederà con la lettura del libro, risulterà pienamente chiaro il suo titolo, reso ancora più esplicito grazie ai riferimenti all’Agenda di Mère e ai Carnets di un’Apocalisse di Satprem. In tal modo — ci pare — il percorso di U.G. appare inserito nel contesto più appropriato, figurando come uno dei primi tentativi di Madre Natura di andare oltre l’uomo. Perché, come lo stesso U.G. ebbe a dire: «La natura non è interessata alla creazione di un singolo individuo perfetto, ma di una specie perfetta».

Un giorno del 1967, a U.G., nato quarantanove anni prima in un villaggio del sud dell’India, ‘accadde’ qualcosa di sconcertante. U.G. si trovò all’epoca senza soldi e senza più illusioni filosofiche o religiose; alcuni anni prima, aveva rinunciato a una prestigiosa carriera di conferenziere, che lo aveva portato in giro per il mondo, e si era messo a fare il “barbone”, come diremmo noi (impazienti di appiccicare etichette dappertutto), dopo avere vissuto il personale crollo dei cosiddetti ‘valori umani’ (ivi compresi quelli ‘spirituali’). Da ragazzo, per sette anni consecutivi si sottopose a dei ritiri sul Himalaya per approfondire la pratica dello yoga, che servì unicamente a far crescere la sua profonda insoddisfazione; e, prima ancora, il ricco nonno materno lo aveva messo in contatto con la Società Teosofica, esperienza che creò in lui un definitivo disgusto per ogni tipo di organizzazione, chiesa o istituzione. Aveva pure tentato di rivolgersi alla filosofia e alla psicologia occidentali, iscrivendosi all’università di Madras, ma ne rimase ancora più deluso. In definitiva, tutto quello che fino ad allora aveva scandagliato o sperimentato gli appariva completamente senza senso. E fu proprio in quel momento che, inspiegabilmente, ‘qualcosa’ iniziò a prodursi nella sua struttura fisiologica: l'organismo fisico incominciò a subire sconcertanti modificazioni, spostandosi progressivamente verso un equilibrio ‘nuovo’. Il rigido schema psicologico, prodotto di millennî di sedimentazioni evolutive, al pari dei condizionamenti sociali determinati nel corso dei lunghi secoli dello sviluppo umano e di quella che noi chiamiamo fieramente la nostra “civiltà”, veniva spazzato via e sostituito da un nuovo modo di funzionare che costituisce, secondo le parole del diretto sperimentatore, “lo stato naturale” del corpo. E tutto ciò avveniva in modo assolutamente indipendente dalla propria volontà e dalle sue stesse aspettative: «Non sapevo che cosa mi stesse succedendo. Non avevo il minimo punto di riferimento per poterlo descrivere. In qualche modo posso dire che sono morto e poi sono tornato a vivere, libero dal mio passato. Non è stata assolutamente una cosa voluta da parte mia ed è accaduta a malgrado della mia ‘cultura religiosa’. Proprio questo è il miracolo. NONOSTANTE tutti i miei sforzi, le mie lotte e le mie intenzioni, mi è accaduta questa cosa, che è il miracolo dei miracoli.» Da allora, U.G. ha costantemente sostenuto che la vera trasformazione è FISICA e non ha nulla a che fare con le nostre elucubrazioni di ordine filosofico, religioso e perfino spirituale.



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